La leggenda di Maria Cotena
Maria era una bellissima donna del villaggio di Alife, da poco rimasta vedova di suo marito, un venditore di còtiche, da cui appunto lei prendeva nome (Còtena). Dopo la morte del consorte, la fanciulla viveva una vita di stenti, tanto che le era difficile persino nutrire suo figlio.
Un giorno un condottiero giunse al villaggio sotto mentite spoglie, al fine di conquistare la città e di cacciarne l’amatissimo signore. Il giovane vide la splendida Maria che faceva il bucato e le si avvicinò per cercare di ottenere informazioni sulle abitudini del luogo. I due chiacchierarono a lungo e sentirono una forte attrazione reciproca. Il trasporto era tale che il condottiero decise che, una volta conquistata Alife, avrebbe preso in moglie la donna. Dal lungo dialogo l’uomo, oltre a questa fortissima infatuazione, ottenne delle salienti informazioni: il signore del villaggio era contrario alle armi, per cui la conquista della città sarebbe stata incredibilmente facile. Fu così che, poco dopo, tornò con il suo esercito e lo espugnò. Dopo aver imprigionato il signore ed essersi impossessato del suo castello, il condottiero convocò tutta la popolazione a corte, così da poter rivedere la bella Maria e chiedere la sua mano.
La fanciulla, così come il resto della popolazione, si recò al castello assieme al suo amato bambino ma, non appena vide il giovane, si rese conto di cosa aveva inconsapevolmente fatto e di come egli l’avesse ingannata: scoppiò in un pianto disperato. Fu proprio per questo che l’ormai nuovo conte la notò e la invitò al suo fianco, rivelando a tutti i presenti il ruolo fondamentale che la fanciulla aveva avuto nella conquista del villaggio. A quel punto, la folla inferocita si scagliò sulla ragazza accusandola di tradimento. Nella bolgia, qualcuno afferrò il figlio di Maria e lo gettò nel pozzo lì vicino per vendicarsi. Disperata, la donna ammise la sua colpa e raccontò l’accaduto, smascherando la meschinità del sopraffattore; poi, piangendo a dirotto, si buttò nello stesso pozzo dove giaceva il corpo esanime del figlio.
Grazie al gesto di Maria, il giovane condottiero capì che non avrebbe mai potuto conquistare il popolo di Alife e, dopo aver trasformato il pozzo in una tomba, riempiendolo di gioielli e murandolo, lasciò la città e non vi fece mai più ritorno.
Si dice che lo spirito della bella Maria Còtena non sia mai trapassato e che sia rimasto a guardia del tesoro nascosto nel pozzo. Inoltre, il fantasma della giovane donna, con le sue unghie che non cessano mai di crescere, sembra che afferri i bambini che si sporgono nei pozzi e li trascini al fondo, come vendetta nei confronti del popolo per aver ucciso il suo amato figlio.