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Rocchetta e Croce



I due borghi di Rocchetta e Croce ebbero vita in seguito all’abbandono dell’antica Cales, più volte saccheggiata e poi distrutta dai Saraceni nel 879. La popolazione che aveva cercato scampo sulle alture circostanti, si aggregò a poco a poco in un abitato fortificato che già godeva di una protezione naturale. Il toponimo è di origine medioevale: Rocchetta è un diminutivo di rocca, mentre Croce si rifà ad un elemento legato a tradizioni religiose. Si dice che nella Rocca, costruita intorno al VIII secolo, si mantenessero annidati i Saraceni che la tennero saldamente per molti anni. Era una Rocca praticamente imprendibile, tanto che i primi Normanni non tentarono neppure di occuparla dato che da tre lati vi era uno strapiombo ed il quarto un’erta. I Saraceni ne fecero un luogo sicuro per la raccolta di schiave che, poi vendevano sui mercati arabi. Dopo l’occupazione dei Saraceni, fu feudo dei Vescovi di Calvi. Data la posizione del luogo, i Vescovi trasformarono il Castello in una specie di Eremo, luogo di ritiro e di preghiere. Rocchetta è conosciuta anche per l’industria di Acque Minerali Santagata, già conosciuta ai tempi di Plinio il Vecchio, che in alcuni suoi scritti parla della Valle di Assano, delle sue Acque e delle sue Terme, come salubri e diuretiche. L’istituzione è in sé antichissima anche se appare caratterizzata diversamente secondo le esigenze degli insediamenti abitativi. In genere nacque come aggregazione intorno al Castello come nel caso di Morrone e mantenne le sue prerogative anche con la istituzione delle monarchie. Nel piccolo centro di Morrone, una volta l’anno, dopo i raccolti, vi era l’adunanza per le elezioni dei rappresentanti. A loro volta gli eletti eleggevano i giudici, i notai, i tassatori che fissavano le tasse da pagare per ogni fuoco ed i collettori con funzioni di esattori. L’Università eleggeva il proprio Sindaco ed aveva uno Statuto che regolamentava la vita dell’insediamento abitativo cercando di sopperire alla scarsa presenza del potere centrale. Morrone si rivelò un punto di grande importanza strategica nella battaglia del Volturno del 1° ottobre 1860. Nello scontro di Castel Morrone morì eroicamente il maggiore Pilade Bronzetti, che difese, con circa trecento uomini, l'altura denominata "Castello di Morrone" dall' assalto nemico, forte di circa 5000 uomini, bloccandolo per diverse ore. I maggiori storici sono concordi nel ritenere che l' azione del Bronzetti sia stata determinante per la vittoria della battaglia del Volturno non a caso il Bronzetti ha ispirato versi a Luigi Mercantini, Giosuè Carducci, Vittore Vittori, Gabriele D'Annunzio e a molti altri poeti. Garibaldi lo considerò il nuovo Leonida e definì Castel Morrone "Termopili d'Italia".

Via Valli