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Teverola



Teverola, un piccolo paese agricolo situato nella fertile pianura di Terra di Lavoro, ha una lunga storia che si intreccia con quella dell'antica Via Consolare Campana. Questa via, che collegava Pozzuoli a Capua e si univa alla Via Appia, probabilmente serviva come stazione di posta durante l'epoca romana, facilitando i viaggi tra Roma e il litorale flegreo. Alcuni sostengono che il nome "Teverola" potrebbe derivare da "Tabernola", suggerendo una funzione di sosta per viaggiatori e commercianti. Per secoli, il paese è rimasto un tranquillo centro agricolo, abitato da poche centinaia di persone che trascorrevano le loro giornate tra le modeste abitazioni e i campi circostanti. Il ritmo della vita era scandito dal lavoro nei campi, dalle stagioni e da qualche signorotto locale, senza grandi cambiamenti rispetto alla tradizione. Nel 1856, Teverola, insieme ai villaggi di Carinaro e Casignano, ottenne il riconoscimento di comune indipendente dopo un lungo iter burocratico. Il centro abitato si sviluppò probabilmente lungo l'attuale Via Garibaldi, dove si erge ancora oggi un imponente palazzo signorile con un ampio cortile interno e uno scalone che conduce ai piani superiori. Davanti al palazzo si apre Via Cavour, nota come "Largo del Palazzo", dove, dopo la prima guerra mondiale, fu eretta una semplice stele con una testa di donna coronata, conosciuta come “La regina”, in onore dei cittadini caduti per la patria. Durante il periodo fascista, si progettò di unire Teverola con il vicino Casaluce sotto il nome di Fertilia, ma tali piani furono interrotti dalla seconda guerra mondiale, che portò fame e lutti al paese. Un episodio particolarmente tragico fu il martirio di quattordici carabinieri, uccisi dai nazisti dopo aver scavato una fossa che sarebbe stata usata per il loro corpo. Una lapide su Via Roma, alle porte di Aversa, ricorda il loro sacrificio, mentre un'altra stele lungo la stessa via, prima del bivio per Casaluce, commemora tutti i caduti della seconda guerra mondiale.

Via Valli